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Slip

Slip – la storia

Le origini di questo capo, risalgono agli Egizi, dove era in voga un triangolo di tessuto detto Pano. Era molto simile ad uno slip ma non aveva i classici elastici come negli slip moderni. Era avvolto tra le cosce e legato in vita. Si hanno notizie di un capo simile, anche in epoca romanica; il subligaculum, che si usava sotto la tunica. Era in voga anche tra i gladiatori e le donne.

storia dell'intimo slip(subligaculum)

Nel medio evo, tra i Goti ed i Longobardi, ci sono tracce dell’uso di capi per coprire le zone intime. Poi nel rinascimento, si inizia ad usare qualcosa di simile a delle mutande, ma sono legate solo al mondo femminile. Verso il 1600 cadono in disuso e bisogna aspettare fino al 1800 per vederle tornare sulla scena. Nel 1906 lo slip appare nella sua forma moderna ma la sua vendita non decolla e resta legata ad una diffusione locale.

Nel 1935 questo capo inizia a diffondersi in grandi quantità e per la prima volta assume il nome di SLIP. La Coopers Inc. infatti, inizia a vendere uno slip con l’apertura, chiamato Jockey. In poco tempo questo capo diventa popolare ed invade il mercato degli Stati Uniti. Il 1938 vede l’arrivo dello slip in Europa. In Inghilterra se ne vendono migliaia alla settimana. Il boom inizia dal 1948 e raggiunge il suo picco nel 1967 quando la Francia da il via alla pubblicità dell’intimo in TV. Lo sviluppo di questo capo continua di anno in anno. Dal 1960 in poi, lo slip passa dall’essere un capo di uso pratico ad un capo di moda.

La funzione dello slip

Lo slip da uomo, ha una funzione di sostegno, che va bene anche per lo sport. Oltre ad essere un capo intimo, lo slip è una barriera igenica, che isola le parti intime dagli capi esterni. Di recente, qualche medico ha criticato questo prodotto perché il teorico riscaldamento dei genitali poteva portare ad un calo della fertilità maschile. Questa teoria però, non è stata provata e ci sono stati degli studi che hanno affermato il contrario. In ogni caso è buona norma scegliere taglie comode e fibre naturali.

Com’è fatto

Lo slip, ha un elastico in vita che può avere diverse altezze per soddisfare ogni esigenza di vestibilità. L’elastico può essere a vista o coperto con lo stesso tessuto con cui è fatto il capo. Anche il giro gamba ha un elastico, ma è più sottile rispetto a quello in vita e serve per dare contenimento laterale e sul gluteo. Il davanti dello slip è studiato per dare il giusto agio e può essere chiuso, oppure con una apertura laterale per favorire il confort. Di solito è in cotone, ma sono usate anche le fibre sintetiche. Queste ultime sono molto resistenti ed hanno una grande facilità di lavaggio, ma nostro avviso non sono né igieniche né sane.

slip medio chiuso(slip chiuso)

slip medio aperto(slip con apertura)

La nostra collezione

Abbiamo una vasta collezione di slip; si va dal filo di Scozia fino alla pura seta per i più esigenti. La nostra gamma è ben articolata; ci sono tanti modelli, con diverse altezze e finiture. Ovviamente ci sono anche gli slip con l’apertura per chi cerca la massima praticità. Visto che per noi la qualità del prodotto deve essere assoluta, al fine di tutelare la salute di chi li indossa, i nostri capi sono fatti solo in fibre naturali pregiate.

Altre risorse

Wikipedia

 

I nostri prodotti

Collezione

 

 

 

 

 

 

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Pigiama

Pigiama – La storia

La parola pigiama deriva dal persiano “پايجامه pāy-jāme” ovvero, indumento per le gambe. Si riferiva a dei pantaloni larghi e leggeri che erano usati sia dagli uomini che dalle donne. In occidente invece è riferita a dei capi per dormire, fatti da una giacca e dei pantaloni, di solito molto comodi.  La diffusione del pigiama la si deve agli Inglesi ed alla loro presenza nel medio oriente. Infatti già dal 1600 i coloni britannici di ritorno dalla Persia lo avevano introdotto in Europa. La diffusione in larga scala, avvenne dopo il 1870. I quell’epoca, il pigiama era un capo maschile.

Com’è fatto

Il pigiama può essere estivo o invernale, quindi le maniche ed i pantaloni possono essere lunghe o corte. In base alla stagione viene scelto il peso del tessuto. Di solito il pigiama, è fatto in cotone. Si va dalla tela, alla flanella oppure al jersey. Se fatto con quest’ultimo materiale, il pigiama è molto comodo per via della naturale elasticità della maglia. Ovviamente, ci sono anche altre fibre con cui il pigiama può essere fatto. Ad esempio la seta per i capi più esclusivi ed il lino che è molto fresco in estate.

I modelli del pigiama cambiano in base al tessuto scelto. Se si tratta di tessuto ortogonale che è rigido, la giacca sarà molto simile ad una camicia, per un facile utilizzo. Di solito, nei modelli a maniche e pantaloni lunghi, la giacca ha un collo che rende il pigiama più bello e raffinato. Nei modelli estivi invece, il collo tende a sparire per rendere più fresco il capo.

pigiama in tela

pigiama tela

Il pigiama in maglia è più versatile poiché può essere fatto in diversi modelli, grazie all’elasticità del tessuto. Può avere il collo a V oppure a polo e per finire a cardigan con apertura davanti. A differenza del pigiama in tela, spesso non c’è il collo poiché si punta alla praticità d’uso. Di fatto, quello in maglia è molto più comodo, per contro è meno elegante rispetto al pigiama in tela. Esiste sia in variante lunga che corta, in base alla stagione.

pigiama collo a V

 

pigiama aperto cotone

I nostri capi

La nostra azienda crea pigiami in Jersey di filo di Scozia. Il tessuto è realizzato nel nostro reparto di tessitura. Per i nostri capi usiamo solo filati tinti in filo, che danno la massima solidità del colore sia per la tinta unita che le righe. Inoltre, i nostri filati sono di cotone egiziano doppio ritorto, con dei titoli molto sottili. Questo fa sì di avere un tessuto leggero e fresco. La stabilità di forma e di ritiro è dovuta dal mercerizzo che è fatto prima in filo e poi in pezza. La doppia torcitura del filo aiuta a rendere il tessuto molto stabile poiché annulla quasi del tutto le tensioni di tessitura.

Approfondimenti

Wikipedia

I nostri pigiami

Lunghi

Corti

 

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Maglia

La maglia – origini della t-shirt

Le origini della maglia o t-shirt che dir si voglia, sono molto remote, se ne ha notizia fin dai tempi più antichi. Pare che questo capo fosse già in uso presso gli Etruschi e si hanno cenni storici anche nel rinascimento. In epoche successive, la maglia, era vista come un capo da lavoro, poiché l’assenza del collo la rendeva comoda per gli impegni quotidiani. È solo verso il 1800 che si diffonde; ad esempio i marinai iniziano ad usarla come divisa, nella sua classica colorazione a righe orizzontali.

maglia dei marinai(Marinai)

Verso gli anni ’40 gli Stati Uniti adottano la maglia (t-shirt) come parte della divisa delle loro forze armate. Questo fatto la fa diffondere in tutta Europa. Tuttavia, in questo periodo, la maglia è usata solo per il lavoro. È solo negli anni ’50 che diventa sia un capo da intimo che da esterno. Il nome T-Shirt è dovuto dalla sua forma che ricorda una T.

(t-shirt)

La T-Shirt e il cinema

Nel 1950 la maglia diventa un capo molto diffuso, grazie al cinema che la usa per i suoi personaggi. I due portavoce più noti di questa immagine sono James Dean nel film “Gioventù bruciata” e Marlon Brando nel film “Un tram chiamato desiderio“. Entrambi gli attori fanno uso della maglia (t-shirt) per dare carattere al protagonista. In questo modo danno inizio ad un nuovo modo di vestire, che fa presa tra i giovani.

t-shirt nel cinema(James Dean e Marlon Brando)

Il cinema americano continua ad usare la maglietta nei suoi film. Riguardo agli anni’70, come non citare “American Graffiti” di George Lucas, dove ancora una volta l’attore principale fa sfoggio di una t-shirt bianca con l’immancabile pacchetto di sigarette Camel avvolto nella manica. Ancora una volta, la maglia bianca usata sopra ai jeans, diventa una divisa per i giovani di tutto il mondo.

t-shirt american graffiti

maglia(American Graffiti film cult degli anni’ 70)

Dagli anni ’80 in poi, la t-shirt viene usata per far pubblicità e iniziano a vedersi le prime maglie con delle stampe. I temi sono molti, si va dalla politica, alle vacanze alle geografia e via dicendo. La maglia, diventa un oggetto da regalo o da collezione. Cambia anche il concetto di vendita di questo prodotto, nasce il merchandising. Le grandi firme, i cantanti famosi, le grandi catene americane (ad esempio l’Hard Rock Cafè) creano i loro capi esclusivi. Oltre a diffondere il loro marchio diventano oggetti di culto. La maglia, vive una nuova vita e cavalca l’onda delle nuove generazioni. Porta con sé la nuova cultura giovanile che si esprime grazie ai messaggi stampati su questo capo.

surf(Surfista)

t-shirt hard rock cafè(T-shirt Hard rock cafè)

Come è fatta

Questo capo è fatto in molti tessuti, in base all’uso a cui è destinato. Di sicuro il cotone è la fibra più usata per le T-Shirt, ma anche la lana e le fibre pregiate come il cashmere e la seta sono adatte per produrre maglie termiche invernali. La nostra azienda ha un’ampia selezione di maglie per far fronte ad ogni esigenza legata al mondo dell’intimo. I nostri capi sono pensati per stare sotto ad altri indumenti, quindi hanno un taglio aderente che non deve dare fastidio sotto una camicia o un maglione. La nostra linea si basa su diversi tipi di fibra e su diversi modelli. Oltre al classico girocollo, facciamo lo scollo a V profondo e la serafino.

La maglia per l’inverno può essere in lana Merino, in seta, in lana e seta, in cashmere e seta, in lana e cotone e cotone invernale. C’è la variante a maniche lunghe, che dà riparo agli arti nel periodo più freddo. Ovviamente ci sono anche le t-shirt in cotone; nel nostro caso, usiamo solo il filo di Scozia per via della sua freschezza e pregio, che sono le qualità fondamentali per un capo intimo.

t-shirt maniche lunghe lana(maglia a maniche lunghe in lana)

Maglia serafino mezze maniche(t-shirt collo a serafino in filo di Scozia)

t-shirt collo a V(maglia collo a V in filo di Scozia)

Altre risorse sulla maglia

wikipedia

I nostri  prodotti

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Canottiera

La canottiera – origini

La canottiera è un capo storico, che prende il suo nome dallo sport del canottaggio, dove era ed è tuttora usata dagli atleti. La leggenda vuole che la mancanza del collo e delle maniche fosse dovuta ad uno scatto di rabbia del nobile francese Jean Des Fauches che prese la sua camicia e strappò via queste fastidiose appendici, dando origine alla canottiera. Di fatto, questo capo è molto comodo e dà molto agio alle braccia.

canottiera(Canottieri in azione)

La canottiera nel cinema

La canottiera è diventata famosa grazie ad alcuni film dove il personaggio principale la usava come elemento caratterizzante. Tra i più famosi, Fronte del porto col mitico Marlon Brando, “Rocco e i suoi fratelli” interpretato da Renato Salvatori e per finire in Die Hard con Bruce Willis. Senza dubbio, la canottiera un po’ sporca e un po’ strappata ha dato l’immagine del “duro” a questi personaggi; questo fatto, l’ha resa molto popolare.

canottiera(Marlon Brando)

canottiera(Bruce Willis)

In tempi più recenti, anche persone famose del calibro di Barack Obama e del nostro Umberto Bossi sono apparse in canottiera, a riprova della popolarità di questo capo. Nel mondo della musica, come non ricordare Freddie Mercury, leader dei Queen che spesso si esibiva indossando una canottiera bianca. Insomma, pur nella sua apparente semplicità, questo capo è da sempre molto amato.

(Freddie Mercury)

Come è fatta

La canottiera può avere diverse forme. La spalla può essere stretta, oppure larga, così come il collo può avere diverse profondità. Anche la larghezza del giro braccio può essere differente in base alle esigenze di vestibilità. I tessuti usati molti, infatti, questo indumento può essere usato tutto l’anno. La nostra azienda produce questo capo in molti materiali naturali come la lana, la lana e seta, la seta, il cashmere e seta, ed il filo di Scozia.

Quasi tutte le nostre canotte sono fatte con tessuto tubolare in modo di evitare le cuciture sui fianchi per il massimo confort. Il tessuto migliore è quello a costina, che è elastica e veste aderente. Per il periodo più caldo, c’è anche il Jersey in filo di Scozia che è il più leggero in assoluto. In questo caso la canottiera è cucita sui fianchi.

(Canottiera  s/l)

(Canottiera  s/s)

(Dettaglio)

L’ evoluzione della canottiera

Ai giorni nostri, anche se la canottiera resta uno dei capi più venduti in assoluto, c’è stata un’evoluzione. Nuovi modelli hanno reso più moderna l’estetica di questo prodotto, ma con le stesse doti di comodità e praticità. La nostra azienda messo a punto due modelli per far fronte a questa nuova tendenza. Il primo, è il collo a V senza maniche, che unisce alla vestibilità di una maglia classica un profondo collo a V che lo rende invisibile sotto gli indumenti. In più il giro braccio è aderente e quindi assorbe bene il sudore.

collo a v senza maniche(Collo a V  s/m)

L’altro modello, è il girocollo senza maniche. È pensato per stare sotto il collo chiuso di una camicia o di una polo. Infatti il collo di questo capo cade nel posto giusto ed è comodo e ben fatto. Il giro braccio, come nel caso precedente, è aderente ed assorbe bene il sudore. Va da sé che grazie alla sua forma, è invisibile sotto ai capi più leggeri, evitando che la canottiera si veda sotto la camicia. Un altro plus di questi due nuovi modelli è che se usati sotto ad un capo a mezze maniche, evitano il problema di una doppia manica che può dare fastidio.

girocollo senza maniche(Girocollo s/m)

Altro

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I nostri prodotti

Canottiere

 

 

 

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Garzatura

La Garzatura – Storia

La garzatura è un’antica pratica nota fin dal tempo degli egizi. Questo ciclo crea una peluria più o meno fitta sul tessuto e lo rende più soffice e caldo. Infatti in questo modo cresce la quantità di aria tra le fibre e quindi l’isolamento termico. Una volta si faceva con i fiori di cardo secchi, messi in file parallele fino a formare una sorta di spazzole (garzi) con le quali strofinare il tessuto.

garzatura - cardo(Fiore del cardo)

garzatura - Garzi(Garzi)

I cardi erano diffusi in tutto il bacino del mediterraneo. Oltre che nell’ambito tessile, erano usati anche in medicina per le loro doti diuretiche e depurative. Carlo Magno cita questa pianta nei Capitolari destinati ai religiosi, ai quali si deve la selezione e la diffusione del cardo nei territori francesi. Grazie al loro lavoro si è arrivati ad avere le migliori qualità per la garzatura della lana. Nel 1800 inizia la coltura dei cardi in Italia, che ebbe un grande sviluppo grazie alla crescita del tessile italiano. Poi iniziò il declino per via del costo della mano d’opera per la raccolta dei cardi; di conseguenza si sviluppò la garzatura meccanica che è fatta con dei rulli ad uncini.

garzatura - coltivazione cardi(Coltivazione dei cardi)

La Garzatura in epoca Moderna

Oggi la garzatura è fatta con delle spazzole che hanno dei denti in metallo o in plastica. Questa macchina ha una botte rotante sulla quale sono fissati dei cilindri (garzatori). Questi cilindri hanno aculei che vanno in direzione del tessuto e altri che hanno direzione contraria. Regolando la velocità del tessuto rispetto ai cilindri uncinati si ha una garzatura più o meno fitta a secondo del bisogno e del tipo di tessuto. La garzatura può essere fatta sui due lati del tessuto per avere una mano più morbida. Si può fare a secco e ad umido; nel primo caso, il pelo è più gonfio e disordinato, nel secondo, il pelo è molto fitto ed è tutto nello stesso verso.

Garzatura meccanica(Garzatura meccanica)

L’alta qualità

In alcuni casi, quando ci sono fibre pregiate come il cashmere o lane Merino, la garzatura è fatta con i cardi naturali. I fiori sono fissati in file parallele su rulli che girano in senso opposto al tessuto. In questo caso, grazie alle doti naturali dei cardi, il risultato è eccezionale. I cardi alzano il pelo e lo pettinano rendendo il tessuto morbido e lucente. La garzatura naturale è così fitta da far sparire quasi del tutto la trama e l’ordito del tessuto; inoltre è molto più fine rispetto a quella meccanica e dà al tessuto una mano vellutata.

garzatura(Effetti della garzatura)

 (Risultato della garzatura)

Questa tecnica, richiede grande abilità e molta attenzione in quanto bisogna disporre con cura i fiori di cardo e regolare l’azione abrasiva per non rovinare il tessuto. Questo tipo di garzatura costa molto di più rispetto a quella meccanica, visto che è più lenta e bisogna cambiare tutti i fiori di cardo ogni 48 ore di lavoro. Ovviamente è usata solo per le fibre più nobili, dove si ricerca la qualità assoluta.

(Sostituzione cardi)

La nostra azienda usa questa tecnica per fare il caldo cotone che rende i nostri capi caldi e comodi.

I nostri prodotti

Giro collo m/m

Collo a V m/m

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Lavoro Minorile

Il lavoro minorile – Premessa

Scrivo queste righe sul lavoro minorile con disgusto e tanto dolore nel cuore. Più che parlare di numeri e grafici, vorrei risvegliare la coscienza di tutti noi, me incluso. Penso che porsi dei quesiti etici prima di comprare un prodotto, sul dove e da chi viene fatto, può di certo aiutare a ridurre questo schifo. Sono tanti i danni causati da questo abuso sui minori, sia fisici che psichici. Sto parlando di bambini ai quali è stato tolto il periodo più bello della vita: l’infanzia. Negare tutto ciò, vuol dire negare la dignità di ognuno di loro. Chi siamo noi per rubare la serenità a questi bambini? Penso che fra le tante ingiustizie, questa è di sicuro la peggiore.

Ad oggi, questo fatto è una vera piaga; sembra una follia, eppure è molto diffuso, ma se ne parla poco o si fa finta di niente. Infatti, pochi sanno che in tante aziende, ancora oggi esiste il lavoro dei minori. Gli schiavi del XXI secolo, sono i bimbi delle famiglie più povere, dove regna la miseria più nera.

 

lavoro infantile(Piccolo agricoltore)

La storia del lavoro minorile

I primi dati sul lavoro minorile risalgono ai primi anni del 1800. Il tessile e la moda sono stati i settori che hanno dato il via a questo abominio. In quell’epoca infatti, nelle filature e nelle tessiture, la richiesta di mano d’opera a basso costo era molto elevata. I bambini con le loro piccole mani erano perfetti per infilare il filo e molto abili nel far andare le macchine. I turni di lavoro erano di 15 ore al giorno, spesso in ambienti malsani e con una paga così bassa da non poter comprare il cibo.

lavoro infantile(Lavoro infantile in una filatura)

lavoro infantile(Piccola lavoratrice in una tessitura)

lavoro infantile in miniera(Piccoli minatori)

In Europa, questo dramma si è visto in Germania fino al 1920 ed in Svizzera fino al 1980, con i famosi Verdingkinder o bambini schiavi. Questi, erano tolti alle famiglie più povere e dati ad altre famiglie dove erano sfruttati e umiliati. Benché la Svizzera, già nel 1877, sia stata la prima ad abolire il lavoro minorile, solo da poco ha cercato di porre rimedio a questo orrore risarcendo i superstiti di questa follia. In merito a questa realtà, sono stati scritti anche dei libri: il più famoso è: “Resli il piccolo bracciante” che narra la storia di un bimbo svizzero, che fu “mandato a servizio”, come si diceva allora e trattato come uno schiavo. Per restare in Italia, citiamo l’opera di Giovanni Verga, “Rosso Malpelo“. La novella si svolge in Sicilia alla fine del 1800 e parla di un ragazzo povero, costretto a lavorare in miniera.

(Verdingkinder)

Le Cause

La povertà è una delle cause del lavoro minorile.  Parlo di famiglie così povere, dove lo stato di bisogno è così grave, che i bambini non vanno a scuola per andare a lavorare. Ciò che li aspetta è una realtà fatta di fatica e soprusi che spesso mette in pericolo la loro fragile vita. Il tutto per pochi soldi o nel peggiore dei casi, per un pugno di riso. Molte aziende attratte da una mano d’opera a basso costo, sfruttano lo stato di disagio di queste famiglie; in questo modo non fanno altro che buttare benzina sul fuoco. Se da una parte c’è il bisogno di sopravvivere, dall’altra esiste una vera e propria sete di profitto. Un vero dramma nel dramma!

Molto importante è l’esempio di Iqbal Masih, un ragazzo Pakistano che si è ribellato alla schiavitù di bambino operaio ed è diventato il simbolo della lotta contro il lavoro minorile. Dopo la sua morte avvenuta nel 1995 in modo oscuro, di sicuro per mano dalla “mafia dei tappeti” pakistana, Iqbal è divenuto un eroe. Ciò ha portato ad un maggior controllo da parte delle autorità Pakistane in tema di lavoro minorile nelle fabbriche di tappeti.

Cosa si può fare?

Non è facile dare una risposta, perché se da un lato c’è il lavoro minorile, (che in molti paesi è prassi), da un altro, secondo i canoni occidentali, questo fatto è da punire. Porre fine a questa tragedia non è facile. Spesso ci si scontra con una realtà socio-economica molto radicata, dove non c’é scelta: o si lavora o si muore di fame! Questa è la cruda verità.

Oggi ci sono dei buoni segnali in fatto di tutela dei minori, il tema è più sentito di quanto lo fosse negli anni ’90, ma finché ci sarà la miseria, ci sarà il lavoro minorile. In questi ultimi anni si è visto un grande impegno a favore degli animali: associazioni, personaggi dello spettacolo e della politica si sono prodigati per la messa al bando delle pellicce naturali a favore di quelle sintetiche. Il risultato è stato notevole. Perché non si fa lo stesso per i bambini che lavorano? Voglio chiudere con una frase di Don Bosco:

“La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato”

 

Paolo Carletto

 

 

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Qualità

Qualità

La parola qualità deriva dal latino qualitas, che deriva da qualis, quale. Secondo la filosofia, si intende la descrizione di una o più proprietà permanenti riferite ad una entità. Ora senza entrare troppo nella filosofia di AristoteleCicerone o Cartesio, la si può riassumere in poche parole, come le doti intrinseche di un prodotto o di una persona. Di fatto, la qualità è ciò che distingue una cosa dall’altra proprio per le sue doti. Queste qualità devono essere costanti, cioè ripetersi in modo uguale, nel tempo ed in una situazione. Ad esempio la lana ha qualità isolanti che sono proprie. Infatti la lana isola dal freddo, così come isola dal caldo.

qualità(Il nostro concetto base)

La qualità nell’intimo

In fase di produzione, dove le materie prime creano un capo finito, la qualità è il plus che i prodotti hanno nel soddisfare i bisogni di chi compra. Prendiamo ad esempio una maglia in cotone; bisogna tener conto della materia prima, di come è lavorata e fatta. Se è pur vero che il cotone è la base, è anche vero che ci sono diversi tipi di questa fibra. Ogni tipo ha doti diverse, in base alla zona di coltura, ai cicli che le fibre subiscono ed al tipo tessitura.

qualità(Cotone)

Con questi punti fermi, è chiaro che se si usa un cotone spesso e ruvido anziché il filo di Scozia, l’esito sarà molto diverso. Anche un modello fatto male sarà molto scomodo. Visto che la qualità è legata a ciò che si percepisce di un prodotto va da sé che nel secondo caso, la sensazione tattile sarà di certo più piacevole. Allo stesso modo, un capo in Cashmere è di certo più morbido sulla pelle rispetto ad uno in Shetland che è ben più ruvido.

qualità(Capi fatti a mano)

Le lavorazioni

Per Visconti di Angera, che fa della qualità la sua bandiera, è molto importante che tutte le fasi di lavoro siano allo stato dell’arte. Le materie prime sono lavorate in modo molto accurato. i Cicli sono lenti, perché di rado le cose fatte in fretta portano alla perfezione. Infatti, le nostre macchine fanno poco tessuto al giorno, ma lo fanno molto bene!qualità(Reparto tessitura)

Grazie al CAD si hanno forme precise, quindi i nostri capi vestono in modo perfetto. Le cuciture sono fatte a mano con fibre naturali per evitare allergie. In molti casi sono piatte per avere il massimo confort. Anche i trattamenti dei tessuti sono fatti con i tempi necessari per avere il miglior risultato. In più le nostre tintorie seguono le leggi italiane, a tutela della salute di chi li usa. Spesso, i capi d’importazione sono tinti con agenti chimici vietati in Italia, come la formaldeide che è cancerogena. La qualità si trova in ogni piccolo dettaglio e per fare un capo di alto pregio si deve trascurare nulla.

CAD(C.A.D)

processi sicuri(Tinte sicure)

Il risultato

Tutto ciò porta a grandi risultati . L’Italia è nota per i suoi prodotti di alta qualità; dalla moda, alle auto sportive, al cibo e molte altre eccellenze che sono uniche. Possiamo pensare ad una Ferrari fatta in Cina? O del Parmigiano Reggiano fatto in Pakistan? No certo! Per fare cose di qualità, servono capacità, precisione, materie prime eccellenti, tradizione e tempo, tanto tempo. Ecco perché fare capi di qualità e made in Italy come i nostri costa. Il valore aggiunto è di sicuro maggiore del prezzo pagato, sia come di durata che di piacere. In più i prodotti di qualità, mantengono le loro doti nel tempo che è un vantaggio non da poco.

 

 

 

 

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Storia dell’intimo

La storia dell’intimo

L’uso di capi intimi ha radici lontane. La storia dell’intimo nasce in Egitto, verso il 1550 a.C. Infatti, in quell’epoca ci sono le prime prove di capi messi a contatto con la pelle. Gli Egizi, pur avendo la lana ed il cotone, usavano il lino, al quale davano un senso religioso. Con questa fibra, facevano delle stoffe leggere. Per gli uomini del popolo c’era il pano, una sorta di slip fatto da un pezzo di stoffa. Fra le classi più elevate invece, faraoni, prìncipi, dignitari ed i capi dell’esercito, era in voga lo schentis.storia dell'intimo(pano)          storia dell'intimo(schentis)

Nei secoli a venire, tra i Sumeri ed Assiro-Babilonesi (1100 – 600 a. C.) si usa una sola tunica, detta Kandis. Questa è messa sulla pelle senza altri strati al di sotto. Bisogna arrivare fino al V secolo a.C. per trovare qualcosa che sembri dell’intimo. I Persiani infatti, usavano le anaxyrides, una sorta di brache lunghe che erano usate sotto una lunga tunica.kandis(anaxyrides)

Da Roma al Medio evo

La civiltà romana, riassume un po’ tutte le culture precedenti. Gli abiti sono fatti da tuniche e mantelli, ma si inizia a vedere ciò che si può definire intimo. Infatti, i Romani usavano la tunica interior o subucula e il subligaculum, che era un rozzo esempio dei moderni slip o boxer. Infatti, era un drappo di tela che passava tra le cosce ed era legato in vita. Era in uso sia tra donne che tra uomini, fra cui i gladiatori.storia dell'intimo(subligaculum)

Con la divisione dell’impero romano, tra impero d’occidente, con capitale Roma ed impero d’oriente, con capitale Bisanzio, si assiste alla caduta del primo ed al fiorire del secondo per più di mille anni. In quest’epoca, il costume bizantino è simile a quello romano ma un po’ più ricco nei decori. l’intimo ha un ruolo minore con le brache che sono usate sotto le tuniche.

Il medio evo

Verso la fine dell’ VIII secolo, in pieno medio evo, ci fu una svolta storica. Fu restaurato il Sacro Romano Impero grazie al re dei Franchi, Carlo Magno. Si assiste all’unione tra i popoli latini e quelli germanici, ma in Italia si crea la prima divisione politica. Infatti molte aree erano sotto il dominio dei Longobardi e dei Bizantini. Essendo resistiti alle invasioni dei barbari, erano ostili all’impero Carolingio. Anche tra i Longobardi, ci sono tracce del subligaculum e delle brache. Queste sono più aderenti e con una suola sotto il piede, a mo’ di scarpe. I Goti per primi, fanno uso di camicie da notte e di capi per coprire le zone intime.storia dell'intimo(IX secolo)

Il Rinascimento

Nel 1500 appare ciò che si può definire intimo. Fu Caterina de’ Medici, che introdusse le mutande. Il nome deriva dal latino “mutandae”, ovvero ciò che si deve cambiare. Queste erano usate sotto gli abiti e furono in voga per circa un secolo. Verso la fine del 1600 caddero in disuso, perché viste come un capo per prostitute.

L’inizio dell’intimo

È solo nel 1800 che c’è il reale inizio della storia dell’intimo. Tornano le mutande e diventano subito parte dell’intimo femminile. Si tratta di capi lunghi fino alla caviglia detti i “tubi della decenza” ed era vietato persino menzionarli. In quest’epoca prende forma la lingerie con ricami e tessuti fini. Verso la fine del secolo le mutande iniziano a ridursi ed arricciarsi, fino a essere mostrate nel ballo del can can, con connotazioni più erotiche. can can(can can)

Oggi

Dal 1920 circa gli slip da donna diventano sempre più piccoli e nasce il primo reggiseno. L’uomo usa i boxer, che sono fatti in tela di cotone. Verso il 1940 nascono i primi slip da uomo. Nel 1960 nasce l’idea di intimo come la intendiamo oggi e iniziano produzioni legate al mondo della moda. L’intimo fa tendenza e i capi sono sempre più belli e curati. Una vera moda sotto il vestito.

 

 

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Su misura

L’intimo su misura

Quando si parla di taglie forti o su misura, si pensa subito a pantaloni, giacche, camicie e così via. Ma anche l’intimo fa parte di questo mondo. L’idea è di fare intimo su misura, per dare modo a tutti, di avere prodotti di alta qualità made in Italy. Infatti, se è pur vero che molti stilisti hanno iniziato a fare linee per le taglie fuori standard, è anche vero che non c’è un intimo di pregio che possa colmare questa lacuna.

su misura(Lo studio)

il Concetto del su misura

Visconti di Angera, visto che fa tutto in azienda, ha deciso di venire incontro a questa esigenza. È il capo che deve adattarsi alla persona e non il contrario! Viviamo nel mondo del bello e perfetto a tutti i costi. Le immagini che ci vengono proposte, sono di esseri statuari, che sono il frutto di un lungo lavoro fatto al computer. Si allungano le gambe, si scolpiscono i muscoli e si spianano le rughe. Si tratta di esseri virtuali, che non esistono. La realtà è fatta di uomini e donne normali, che hanno misure e forme diverse da quelle pensate dalla moda, che vorrebbe tutti snelli, alti e super tonici. È chiaro, non è un male essere in forma, ma non condanniamo chi non lo è, a dover prendere capi scadenti nella qualità e nella fattura.

 

La sartoria

Questo è il nostro focus: unire alla nostra linea di base, una sezione di intimo fatto su misura, comodo, di pregio e pensato per ogni esigenza. Ad esempio, le nuove generazioni sono molto alte e magre. In questo caso, servono delle maglie in taglie piccole ma più lunghe. È ovvio che vale anche il contrario, con tutte le variabili che madre natura ha deciso per noi; In una parola: sartoria dell’intimo.
su misura

Le possibilità

Il concetto di sartoria dell’intimo, si può usare in tre casi diversi in base alle esigenze:

  • Capi speciali: Qui si tratta di modifiche fatte ad un capo di serie. Si può allungare o accorciare il corpo o la manica di un modello esistente. Questa soluzione è di sicuro la più veloce ed economica in quanto non richiede uno specifico modello.
  • Capi su misura: Come dice la parola, in questo caso viene fatto un apposito modello che deve rispettare ogni specifica di taglia e forma decisa dal cliente. Le variabili sono quasi infinite; si crea  un capo unico, come un abito fatto dal sarto.
  • Taglie forti: in questo ambito si vanno ad unire i due punti precedenti. Infatti, si può partire da un capo base e fare delle modifiche o creare un nuovo modello che tenga conto delle forme fisiche della persona. Non ci sono limiti di taglia, di forma o di materiale. Come nei precedenti, qualora il cliente, avesse già un suo capo campione e volesse rifarlo, ciò è possibile. Basterà inviarlo in azienda, per essere importato in forma digitale nel nostro CAD. Subito dopo avverrà la creazione del modello e del primo capo di prova. Una volta verificate la vestibilità, la taglia e la resa dopo il lavaggio, si potrà iniziare con la produzione.

Come procedere

Per fare il tuo intimo si misura, chiama in azienda. Del personale qualificato ti indicherà come procedere e ti verrà fatto un preventivo per i tempi necessari ed i prezzi. Se preferisci, puoi venire nella nostra sede negli orari indicati, fissando un appuntamento.

Visconti di Angera

Via San Gottardo 12/A

21021 Angera (VA)

Tel. +39 0331 960200 – (Orari: Lun-Ven 8.00-12.00 13.30-18.00)

E-mail: info@viscontidiangera.com

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Tintura dei filati

La tintura nella storia

La tintura è vecchia come il mondo. Da che l’uomo è sulla terra, ci sono prove dell’uso di colori naturali, come fiori, piante o sostanze organiche per tingere. I primi reperti risalgono al Neolitico. Ovvio, che i colori in quel periodo, erano legati alla natura. Gli Egizi ad esempio, usavano le spezie come la curcuma, l’hennè e lo zafferano. I Fenici erano noti per il color porpora, che era ricavato da un mollusco presente sulle le loro coste. In tutto il mondo si fanno colori che identificano le zone di provenienza. Basti pensare al batik in India o alle tinture degli Atzechi che erano fatte fatte con la cocciniglia e radici di alberi.

tintura dei filati

Col tempo, la tintura migliora grazie alle nuove scoperte e ai primi traffici commerciali. Si passa dalla tintura fatta in casa, alle prime corporazioni delle arti e mestieri inclusi i tintori. Questo diede loro modo di organizzarsi e di tutelare la loro arte con degli statuti. A Firenze nacque un inizio di industria. Ogni tintore era specializzato su un colore di cui custodiva il segreto. La scoperta delle Americhe diede un nuovo impulso, infatti si scoprirono nuove tecniche e nuovi colori. Fu solo nel 1856 che William Henry Perkin, un chimico inglese, scoprì per caso che dall‘anilina si poteva fare il color malva. Questa scoperta sancì da lì a poco la fine dei colori naturali a favore di quelli chimici.

tintura dei filati(William Henry Perkin)

La tintura oggi

la tintura dei filati, è un ciclo di lavoro che trasforma un filo greggio in uno colorato, grazie all’uso di agenti chimici. È molto importante che il colore vada in profondità nella fibra, per la solidità e la durata. Si inizia col togliere le impurità che possono dare toni diversi di colore. Poi, le rocche di filo vengono messe in apposite autoclavi, in un bagno alcalino dove ci sono anche i coloranti. Questi, vanno a fondo nella fibra (imbibenza), danno uniformità e attivano i processi chimici che fissano il colore. Le ultime due fasi sono: il lavaggio per togliere gli eccessi di tinta e l’ossidazione che fissa il colore e lo rende non solubile in acqua. (solidità)

tintura dei filati(Autoclavi)

Il ciclo dura fino a 12 ore e alla fine, le rocche sono asciugate con una centrifuga. Per dare il giusto grado di umidità, le rocche sono trattate con getti d’aria o con le microonde. Alla fine il filo viene controllato per vedere se il colore è uniforme e tiene al lavaggio. La tintura in filo è la migliore per la stabilità del colore. Oggi si usa anche la tintura in pezza, ovvero si tinge il tessuto greggio. Questa tecnica è di certo più economica, ma dà risultati inferiori in termini di durata e solidità.

La nostra politica

Vista la qualità dei nostri prodotti che sono usati a contatto con la pelle, la nostra azienda, usa solo filati in tinto in filo. Oltre alla migliore qualità, questo processo è fatto in Italia, nel rispetto delle leggi. Infatti, in Italia è vietato l’uso di molti coloranti e di molti agenti chimici. La formaldeide ad esempio, è cancerogena e molto inquinante.

tintura dei filati