Pubblicato il

Paolo Carletto

Mi presento, mi chiamo Paolo Carletto

Spesso ci si chiede: “Chi c’è dietro ad un’azienda? Che faccia ha? – Mi presento, mi chiamo Paolo Carletto.

(Paolo)

Nasco nel dicembre del 1964 in un paese vicino a Milano. La mia era una famiglia come tante, dove non mancava nulla tranne il superfluo.  Quello che c’era era frutto del duro lavoro. La mia prima lezione di vita è stata: Paolo vuoi qualcosa? Rimboccati le maniche e vai a lavorare! Solo così potrai capire il valore delle cose ed averne la giusta cura. Questa frase me la porto dentro, come se fosse tatuata sul cuore. Oggi apprezzo e rispetto tutto ciò che la vita ed il lavoro mi dà. Nel 1977, anno in cui mio padre Vittorio cambiò strada ed iniziò l’avventura di questa azienda, io passai l’estate a lavorare con lui sulle macchine circolari (forse combinai più guai che cose buone). L’intento era di risparmiare per realizzare il mio sogno: una moto da cross.

la prima moto di paolo carletto(la mia Aprilia 50)

Io e il mondo del lavoro

Dopo i consueti studi di ragioneria, (in quegli anni o eri ragioniere o eri geometra, non c’era verso di fare altro!) ero indeciso se andare all’università o lavorare in ditta; propendo per la seconda opzione. Da quel momento entro in modo ufficiale nel mondo del lavoro. Erano anni incredibili e frenetici. Tutto era fatto a mano: ordini, schede prodotto, calcoli per le distinte base. La contabilità era affidata alle calcolatrici da tavolo e le statistiche richiedevano giorni e giorni di lavoro e tanti fogli di carta. Finché un giorno arrivò lui, il computer! Un Olivetti M 20.

paolo carletto m20(La macchina infernale)

Non fu amore a prima vista, anche perché era tutto un: “metti dischetto A, togli dischetto B, rimetti il dischetto A” il che rendeva il lavoro molto complesso, ma alla fine fui colpito dalle “potenzialità” di questo nuovo strumento. Ricordo che passai giorni e notti a lavorare con Gianluca, tecnico genovese, venuto a Milano in cerca di lavoro. Egli fu il mio mentore nella selva oscura dell’informatica.

La Naja

Il mio idillio con la macchina infernale è breve; di lì a poco ricevo la fatidica “cartolina” per il servizio di leva. Nel 1985, mentre Milano vive la nevicata del secolo, io parto per la naja; Palmanova del Friuli, ad un tiro di schioppo da Gradisca d’Isonzo, dove mia padre passò la sua infanzia; un ritorno alle origini, bene! (Palmanova del Friuli)

Inutile dire che in quell’anno ne combinai una più di Bertoldo. Ho un carattere gioviale ed aperto e la caserma era un teatrino; immaginate di vivere in una farsa. Il nome Paolo Carletto era sempre il primo nella tabella puniti! Quando non pilotavo il carro armato sui greti dei torrenti friulani, il tempo lo passavo ad inventare qualche scherzo da fare. Devo dire che è stato un periodo molto leggero e divertente. Due cose però le ho imparate in quel mondo di signorsì signore: essere responsabile di ogni mia azione e risolvere in fretta ogni cosa che mi trovassi ad affrontare, contando solo su me stesso. Quell’anno in caserma fu una vera e propria lezione di vita.

La famiglia di Paolo

Il primo grande giro di boa della mia vita è nel 1991. Spostiamo baracca e burattini da Milano ad Angera, un’antica città sul Lago Maggiore. La mia vita cambia, vengo sbalzato in una nuova dimensione sociale e lavorativa. Nuovi spazi, nuovi amici e nuovo ambiente di lavoro. Non ci metto molto ad adattarmi e ben presto mi integro bene nella nuova realtà; così bene che di lì a poco conosco la donna che diventerà prima compagna e poi moglie. Nel 2000 nasce Jacopo e due anni dopo Daniele, detto “Dede”. I miei figli sono le vere gioie, la fonte di energia che non mi fa mai mollare. Il motivo per cui, ogni giorno, mi dico che la vita è bella!

(Jacopo e Daniele)

(In viaggio con i ragazzi)

Le mie passioni

Cosa mi piace? Mettetevi comodi la lista è lunga! Di passioni ne ho tante, ma quella per le moto ed i motori è forse la più grande. Dopo la mia prima Aprilia 50, ho sempre avuto una moto nel mio garage. Con gli anni, ho iniziato ad amare le moto “vintage”, (forse perché anch’io sono diventato “vintage”) e mi sono dato al restauro di cimeli rugginosi. Amo le auto inglesi sportive e nel 2005 sono stato il primo e l’unico in Italia a costruirsi una kit car; una lotus 7. In inverno è sempre smontata ed in costante evoluzione; diciamo che è un po’ come la tela di Penelope. Il posto d’onore nella lista delle passioni “materiali” va agli orologi; dato che amo essere puntuale, al polso ho sempre un orologio.

(Lotus 7)

(Lotus 7 in pista )

paolo carletto omega(Omega 321 Speedmaster)

Amo gli sport all’aperto, dal trekking alla barca a vela, mentre in inverno non disdegno la palestra e le ciaspolate sulla neve. Di recente ho iniziato a praticare Yoga e devo dire che sta diventando una sana passione, sia per il corpo che per la mente (Ashtanga Yoga, ve lo consiglio!). Anche la musica riveste un ruolo importante nella mia vita; è la colonna sonora delle mie giornate; dove ci sono io c’è musica! A parte alcuni generi che proprio non capisco, (quelli che ascoltano i miei figli ad esempio) mi piace di tutto, dal Rock al blues alla musica classica che spesso mi rilassa mentre leggo un buon libro.

paolo ciaspole(Paolo e le ciaspole)

(In regata sul lago)

Paolo il nomade

“Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”.

(Alphonse de Lamartine)

I viaggi sono una cosa di cui non posso fare a meno, infatti mi reputo un nomade e non un turista. Esplorare culture e posti nuovi sono un nutrimento per la mente e per l’anima. In questi anni ho viaggiato tanto, cercando di staccarmi dal mio letto di piume per mettere i piedi sul granito della terra. L’esperienza più bella e scioccante l’ho fatta in Africa. Per due anni di fila mi sono recato nel continente nero per portare i farmaci nelle zone più povere o dove c’era stata la guerra. Mali, Burkina Faso, NigerCiad sono i paesi che mi hanno cambiato nel profondo; ho rimesso in discussione il mio modo di vivere, le mie “necessità” e a dare il giusto valore alle cose.

paolo tibesti(Deserto del Tibesti – Ciad)

 

(Deserto del Tibesti – Ciad)

I miei progetti

“Il secondo classificato è solo il primo dei perdenti”

Colin Chapman

Questo è il motto che più mi ritrae; sono un animo irrequieto e aldilà dello Yoga, la pace interna è ben lungi dal divenire realtà. Quindi ho sempre dei progetti a cui dedicarmi. Sul piano del lavoro, sto aggiornando l’assetto dell’azienda in base alle nuove modalità di vendita online e del nuovo marketing. Infatti, da oltre 5 anni sto anche studiando le dinamiche SEO, il marketing digitale, gli algoritmi di Adwords e per finire la semiotica. Sono un preciso e amo andare al passo coi tempi!

Sul piano personale invece, vorrei laurearmi in scienze della comunicazione; visto che non l’ho fatto da giovane, vorrei farlo adesso. Resta solo da trovare il tempo per incastrare tutto, ma ci sto lavorando!