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Made in Italy

Made in Italy

Il made in Italy è un’indicazione che determina l’origine di un bene. È fatta in base alle norme comunitarie in materia di origine di un prodotto. Da uno studio fatto da Made-In-Country-Index (MICI) 2017 e pubblicato da Forbes il 27/03/2017, questo marchio è al 7º posto nel mondo in termini di reputazione. Inoltre, per la società di studi di mercato KPMG, è il terzo marchio al mondo per notorietà dopo Coca Cola e Visa.

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Storia del made in Italy

In origine era una dicitura messa dai produttori italiani agli inizi del 1980, ma è chiaro che lo scopo del made in Italy era di far fronte alle falsificazioni dei prodotti italiani, che all’estero godevano di una grande fama. Infatti i nostri prodotti erano associati a qualità, stile, ma anche eleganza. Queste doti erano un grande plus nel commercio. I settori primari erano 4: Abbigliamento, Agro alimentare, Arredamento, Auto.

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Le leggi

Le norme furono definite con l’Accordo di Madrid del 14/04/1891 ma approvate in Italia con la Legge n. 676 del ’67. In modo chiaro si stabilì che il “made in…” dava modo di capire il luogo di origine di un prodotto. Dal 1999, il marchio made in Italy è stato promosso da vari enti in diversi settori. In più nel 2009 nasce una legge per la tutela del marchio: il decreto legge nº 135 del 25/09/2009 che contiene l’art. 16 dal titolo Made in Italy e prodotti italiani.

L’importanza

Questo marchio è molto importante per l’export italiano grazie alla sua fama a livello mondiale. Infatti nel gennaio 2014 il Google Cultural Institute col governo italiano e con la Camera di Commercio italiana ha avviato un progetto online per promuovere il made in Italy, grazie ad uno showroom virtuale. Il 1º maggio 2016 è entrato in vigore il nuovo Codice Doganale dell’Unione. La legge stabilisce, in diversi settori, quali l’abbigliamento e le calzature, un’etichetta obbligatoria sui prodotti, che mostri il luogo di origine di tutte le fasi di lavoro. Grazie a queste norme, l’origine dei prodotti è sicura. L’uso  del “made in Italy” è permesso solo ai prodotti le cui fasi di lavoro sono fatte in Italia.

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